Il MAO di Torino presenta una selezione di fotografie scattate in Giappone da Fosco Maraini (1912-2004) celebrando, a dieci anni dalla sua scomparsa, uno degli intellettuali italiani più appassionati del mondo orientale e in particolare delle tradizioni della cultura giapponese. Fosco Maraini, viaggiatore, antropologo, fotografo, scrittore e poeta, nel 1954 realizzò uno splendido servizio fotografico nelle isole di Hèkura e Mikurìa (Hegura e Mikuriya), al largo delle coste occidentali del Giappone, dove vivevano e lavoravano gli Ama, gruppo etnico di pescatori, dai tratti culturali originali. Fra questi tratti, quello più affascinante e peculiare era la pesca di un particolare mollusco, l’awabi, che costituiva la principale occupazione dei mesi estivi e la fonte di reddito principale dell’intera comunità Ama. A Hèkura, la pesca degli awabi era un compito tradizionalmente riservato alle donne, che la praticavano in apnea sui fondali davanti all’isola, in alcuni casi profondi anche venti metri. Il reportage di Maraini mostra le pescatrici Ama, donne dai corpi giovani e atletici, rivestite con l’indumento tradizionale, il kuroneko, mentre svolgono il loro lavoro quotidiano, che consisteva nell’immergersi in mare in apnea fino a 20 metri di profondità, utilizzando una lama ricurva per staccare il mollusco e portarlo in superficie per posarlo in un cesto galleggiante. Un mondo sconosciuto e una tradizione destinata a scomparire per sempre. Oggi esistono ancora poche donne, ormai anziane, che praticano questa pesca, ma con attrezzature diverse e moderne. Per questo il lavoro di Fosco Maraini, oltre all’innegabile qualità delle fotografie, è considerato una fondamentale testimonianza di un mondo scomparso.
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