Non è un caso e non è da poco se Oscar Wilde abbia raggiunto fama e popolarità tenendo nella Londra vittoriana e bigotta conferenze sull’Aesthetic Movement. Più i nobili si rinchiudevano nei loro manieri tappezzati dai Canaletto, più i borghesi, nuovi ricchi e in linea con quel che stava diventando la Gran Bretagna – prima potenza mondiale – apprezzavano i lavori di sir Alma Tadema, Edward Burne-Jones, John William Godward, Arthur Hughes, Albert Moore e compagni, più compravano i loro quadri, arredavano le loro case secondo i dettami del nuovo gusto; cercavano insomma una loro strada e un’identità che desse aria e vita alla polvere puritana dell’Inghilterra della regina Vittoria. Il tempo si sarebbe dimostrato tiranno perché l’arte e il mondo avrebbero cancellato, rimosso, stracciato i quadri di questo gruppo di artisti per salvarne giusto le cornici. Ma il tempo è anche galantuomo e da dimenticati, disprezzati e denigrati, hanno riconquistato estimatori e fan. Tra questi il mecenate messicano Juan Antonio Pérez Simòn, ma anche sir Andrew Llloyd Webber, il celeberrimo compositore di musical. Della collezione di Pérez Simòn fanno parte le 50 magnifiche opere che si potranno ammirare nelle sale del Chiostro del Bramante per un’esposizione che, reduce dal successo parigino, approda in Italia per volare poi a Madrid: Alma-Tadema e i pittori dell’800 inglese. Collezione Pérez Simòn a cura di Véronique Gerard-Powell.
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